con
Giovanna Mangiú
regia di
Michele Giovanni Cesari
con
Giovanna Mangiú
regia di
Michele Giovanni Cesari
Rosalina, personaggio secondario di Shakespeare vissuto all’ombra della storia d’amore tra Giulietta e Romeo, cerca a suo modo la sua rivalsa. Dopo secoli di silenzio, adesso vuole raccontare la sua storia, la sua Vera storia. Attraverso il dialogo quasi pirandelliano con uno scrittore, ha l’occasione di raccontare se stessa, la sua passione per Romeo (Rosalina era la fanciulla amata da Romeo prima dell’incontro con Giulietta), spiegare ragioni di quella che lei stessa indica come una “scelta incomprensibile” Ma soprattutto per affrancarsi dall’opinione superficiale e negativa che il pubblico si è sempre fatto su di lei, visto le pochissime informazioni fornite dallo stesso Shakespeare nel testo.
NOTE DI REGIA:
“Lo spettacolo Rosalina: come la polvere e il fuoco nasce come messa in scena per il Festival Shakespeariano del 2018 a Verona, ‘ Shakespeare2018 ‘.
Abbiamo lavorato sulla versione iniziale del testo originale di Silvia Guidi, in forma di monologo, ampliando l’arco narrativo ed accentuando il contesto storico, allo scopo di descrivere il più dettagliatamente possibile l’essere umano nei suoi sentimenti e nel rapporto con Dio.
Rosalina, personaggio secondario di Shakespeare, cerca la sua rivalsa e trova qui lo spazio per tornare a raccontarsi e ad affrancarsi da quel poco che viene detto di lei, dall’opinione superficiale del pubblico in merito a quello che lei realmente desidera. Vuole dare chiarimenti sul suo personaggio, per raccontare veramente ciò che è e affinché non si travisi il suo senso d’essere.
L’innesto di passi di Pirandello e Rilke partecipa a quest’intento: esprimere la necessità che Rosalina ha di essere, esistere, far arrivare correttamente chi è come essere umano.
Anche nella rappresentazione del rapporto Uomo-Dio è l’aspetto umano che prende il sopravvento. Nella resa di questa componente, la regia vuole evitare i filtri del personaggio e del suo ruolo che meglio si scoprirà nel corso del testo, ma mettere a fuoco il rapporto diretto più umano con l’entità divina, nei suoi accessi più intimi e profondi.
Ho inserito dei video in cui un telo di plastica bianco avvolge la protagonista, rappresentando la sua lotta di uscita e di pulizia per ritornare verso Dio. Le due poesie di Khalil Gibran e Menister Eckhart rappresentano bene le essenze di un’interpretazione religiosa più profonda. Le musiche elettroniche di Murcof, dj messicano, giocano in contrasto con la soavità delle immagini, portando a rompere gli schemi di un’ovvietà di comunicazione con lo spettatore. Lo specchio in scena offre uno strumento di confronto per Rosalina con se stessa, a cui solo il finale troverà una risposta”.
Michele Giovanni Cesari