▫ Romeo&Juliet Circus ▫
regia
Gabriele Granito
con
Gabriele Granito,
Fabio Maffei,
Beatrice Messa,
Ilaria Venturi.
regia
Gabriele Granito
con
Gabriele Granito,
Fabio Maffei,
Beatrice Messa,
Ilaria Venturi.
“Lo circo de lo verbo” è una compagnia di attori girovaghi senza tempo formata da solo tre attori e un’acrobata (vecchia prima attrice diventata muta e declassata ad artista aerea), gli altri membri della compagnia pare siano morti di fame. Girano di paese in paese per inscenare la propria strampalata tragedia in cambio di qualcosa da mangiare o offerte per sostenere il loro folle obiettivo: arrivare alla corte d’Inghilterra e rivendicare la paternità letteraria di Luigi Da Porto, primo vero autore di Romeo e Giulietta. Raccontano, quindi, al malcapitato pubblico la storia dei due giovani innamorati di Verona a cui il Bardo diede voce e corpo intersecandola e copiando la novella rinascimentale. Facendosi forza l’un l’altro, riescono a raccontarla e a riviverla in modo irriverente e graffiante, cimentandosi anche nei ruoli dei colleghi ormai passati a miglior vita.
Terminato lo spettacolo, le loro tasche e i loro stomaci restano spesso vuoti. Il carrozzone gitano e senza tempo, però, riparte per far conoscere quanto più possibile la verità sulla triste vicenda di “Giulietta e del suo Romeo”.
In R&J Circus ho voluto associare l’idea di un carrozzone composto da sfacciati artisti circensi alla dolcezza dei versi del Bardo come pretesto per raccontare la storia dei famosi amanti di Verona precedentemente già narrata da Luigi Da Porto in una sua novella: unire, insomma, una curiosa vicenda di plagio letterario – suggeritami dall’amica e produttrice Cinzia Storari – alla mia curiosità verso il mondo gitano. Lo spettacolo ha come perno scenografico e logistico un drappo di stoffa bianca mosso dall’artista aerea Ilaria Venturi. Il drappo – punto focale di tutto lo spettacolo – diventa il tendone di un circo, il perno di una giostra, il letto dei due amanti, l’angelo della morte. Gli interpreti indossano vere e proprie “maschere” circensi: Giulietta è una ginnasta con nastro dai connotati steam punk, Mercuzio è un ruspante domatore trasandato, Romeo è un funambolo dagli echi bohemien. La scelta dissacrante di usare il mondo circense e gitano per mettere in scena Romeo e Giulietta permette agli interpreti di raccontare la storia in modo più distaccato e destrutturato con il chiaro obiettivo di alleggerirne la drammaticità a favore di una maggiore concretezza pragmatica. Protagonista assoluta dell’intera pièce è la musica, il punto di partenza su cui sono state improntate le scelte musicali è il brano arbёresh Lule Lule nella rivisitazione dei Barcelona Gipsy Balkan Orchestra, dando vita così ad una varietà di suoni gipsy tali da ricreare il clima di una vera e propria festa.